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Italianistica in Svizzera Versione stampabile

Italianistica, Osservatorio

Fabrizio Eggenschwiler, Una cattedra d’italiano all’Usi, «la Regione Ticino», 02 febbraio 2005

Il tema dell’insegnamento e della tutela della lingua italiana in Svizzera è di scottante attualità , di fronte alla prospettiva della chiusura di cattedre universitarie e dell’eliminazione dell’italiano dai programmi scolastici d’oltre Gottardo. Il Ticino, unitamente alle valli grigionesi italofone, può sentirsi abbandonato a se stesso dai cantoni germanofoni e francofoni. Se poi si pensa al numero di persone di origine italiana, in particolare ai figli e nipoti degli immigrati italiani, l’eliminazione dell’italiano dalle scuole può apparire ulteriormente sconcertante.

Si è sottolineato che non è in gioco soltanto la lingua italiana, ma anche il federalismo, visto che l’italiano è la lingua, «nazionale ed «ufficiale di una regione della Svizzera. Come ricordava il consigliere di Stato Gabriele Gendotti, « il problema è far capire a tutti che il problema dell’italiano non concerne solo la Svizzera italiana, ma la natura del nostro federalismo ». Si inseriscono in questo contesto anche le lamentele espresse dal consigliere di Stato grigionese Claudio Lardi riguardo al presunto strapotere del Ticino nei confronti delle regioni minoritarie di « un’ipotetica Svizzera italiana . Quando nell’edificio federale si incrina il sentimento di solidarietà  e di fiducia, anche all’interno delle minoranze si riproducono le tensioni tra entità  maggioritarie e minoritarie.

In effetti, il nocciolo del problema sta nella crisi del federalismo tradizionale elvetico.

L’atteggiamento nei confronti dell’italiano esprime la tendenza a trascurare l’impegno a ripartire e ridistribuire le risorse tra le varie aree linguistico- culturali della Svizzera, tenendo particolarmente conto delle minoranze. È in crisi un federalismo che potrebbe essere definito «nazionale, in quanto si preoccupa della coesione nazionale e, a tale scopo, garantisce una particolare tutela alle minoranze. Questa crisi può essere collegata in senso lato all’avanzare della globalizzazione, la quale, mettendo in discussione in linea generale il concetto di nazione, produce i suoi effetti anche sul piano linguistico e culturale, imponendo il dominio dell’inglese come lingua universale. Il riaffermarsi del localismo Corollario della globalizzazione è d’altra parte il riaffermarsi del localismo, nei suoi aspetti positivi (valorizzazione delle tradizioni e delle risorse locali) e negativi (chiusura rispetto alla piú ampia realtà  nazionale).

In tale contesto, nella Svizzera tedesca lo «schwyzerdutsch, da sempre mezzo esclusivo di comunicazione privata, si è affermato in questi ultimi anni anche come lingua di comunicazione pubblica, in particolare in televisione.

In questo quadro, pensando alla Svizzera nel suo insieme, si può supporre che, ai fini della salvaguardia della coesione nazionale, sia considerata esigenza prioritaria non tanto la tutela dell’italiano, che (togliendo gli immigrati) rappresenta il 5% della popolazione svizzera, quanto il contenimento del «Rà¶stigraben linguistico- culturale tra svizzero tedeschi e romandi. Tra le due sponde della Sarine infatti la comprensione è sempre piú scarsa, al punto che a volte si rende indispensabile ricorrere all’inglese. Può essere dunque comprensibile, anche se non giustificabile, che oltre Gottardo si cerchi di salvare in primo luogo l’insegnamento reciproco delle due lingue maggioritarie, dimenticando il federalismo e i principi costituzionali, e con essi l’italiano. La costituzione federale A proposito dei principi costituzionali, va ricordato che l’articolo 70 della Costituzione federale dispone che «la Confederazione e i Cantoni promuovono la comprensione e gli scambi tra le comunità  linguistiche .

D’altra parte, il medesimo articolo prevede anche che «la Confederazione sostiene i provvedimenti dei Cantoni dei Grigioni e del Ticino volti a conservare e promuovere le lingue romancia e italiana . Questa seconda disposizione prevede dunque il sostegno federale al «fai da te delle regioni linguistiche minoritarie a tutela della propria lingua.

Ora, guardando le cose da questo punto di vista, ci si può chiedere se il Ticino non possa assumere in proprio, con il sostegno anche finanziario della Confederazione (vedi articolo 70 della Costituzione), la tutela della lingua italiana.

Evidentemente, non è possibile metter mano ai sistemi scolastici dei Cantoni d’oltre Gottardo per mantenere o reintrodurre l’insegnamento dell’italiano nelle scuole. La stessa ipotetica iniziativa popolare sulla questione delle lingue prevede soltanto l’obbligo della priorità  dell’insegnamento di una seconda lingua nazionale rispetto all’inglese (ciò che significherebbe, oltre Gottardo, francese o tedesco); riguardo alla terza lingua nazionale (l’italiano) ci si limita a chiedere che la Confederazione ne favorisca e sostenga l’insegnamento ( presumibilmente senza obbligo di priorità  sull’inglese). La situazione non sarebbe molto diversa da quella attuale, in cui soltanto in Ticino ci si trova a doversi barcamenare tra entrambe le altre due lingue nazionali e ufficiali e l’inglese. Una cattedra in Ticino Piú semplice, almeno sulla carta, potrebbe essere la creazione di un’istituzione universitaria di lingua e letteratura italiane in Ticino. Oggi il Ticino è un Cantone universitario e ampliare il ventaglio dei settori d’insegnamento è sicuramente piú agevole che creare da zero una struttura universitaria.

Finora le iniziative universitarie in Ticino hanno riguardato campi in cui i titoli di studio dovrebbero essere direttamente spendibili sul mercato del lavoro dell’economia privata.

Forse è giunto il momento di prendere in considerazione il fatto che l’Università  non ha soltanto il compito di produrre forza lavoro qualificata, ma anche quello di tutelare e promuovere il patrimonio culturale e linguistico in quanto tale.

Certamente, creare una cattedra d’italiano isolata non basta per offrire agli studenti un percorso formativo completo nel quadro di una facoltà  di lettere. Tuttavia, l’importante sarebbe compiere un primo passo, studiando attentamente la formula piú adeguata a tale scopo, lasciando al tempo il compito di sviluppare il seme iniziale.

Forse è un po’ eccessivo definire «immane lo sforzo che dovrebbe fare il Ticino per avere una struttura universitaria per l’italiano ( vedi intervista del prof. Alessandro Martini dell’Università  di Friburgo su laRegione del 2 febbraio).

Le biblioteche ci sono, anche se dovrebbero essere probabilmente arricchite nella materia specifica. Quanto al rischio di «cantonalizzare la cultura italiana in Svizzera e quindi indebolire il legame federale , si tratta, come si è visto, di una tendenza già  in atto: una realtà  universitaria di italianistica in Ticino non l’aggraverebbe e potrebbe al contrario rappresentare, oltre ad un arricchimento «locale, anche un’apertura culturale di respiro nazionale ed internazionale.

Un istituto universitario di italianistica potrebbe anche rappresentare, per gli studenti delle facoltà  già  esistenti, un’offerta di formazione culturale complementare, eventualmente integrabile come materia opzionale nel curriculum di studi.

Potrebbero inoltre nascere sinergie con altre università  svizzere ed estere nell’ambito delle facoltà  letterarie, nel senso che i corsi e gli esami in Ticino potrebbero essere inseriti in un percorso formativo coordinato con altre università .


Riferimenti in Rete

Associazione Scrittori di Lingua Italiana in Svizzera (ASIS)
http://www.asis-scrittori.ch
Osservatorio Linguistico della Svizzera Italiana - Divisione della cultura e degli studi universitari (Bellinzona)
http://www.ti.ch/decs/dc/olsi/
Vedi Bruno Moretti in SAGW - Schweizerische Akademie fà¼r Geistes- und Sozialwissenschaften, Publikationen, Bulletin, 2/2002 - Projets linguistiques au Tessin, Bulletin: 2/2002
Centro di Dialettologia e di Etnografia del Canton Ticino
http://www.ti.ch/decs/dc/cde/
Promuove due progetti di rilievo: il Lessico Dialettale della Svizzera italiana (LSI) e il Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana (VSI)
Il lessico italiano in Svizzera (a cura di Ettore Vitale - 1998)
http://crcsoft.com/lessico/
Italiano in Svizzera, agonia di un modello vincente?
http://www.coscienzasvizzera.ch/serateitaliano.html
Dibattito promosso e organizzato da Coscienza Svizzera - Gruppo di studio e di formazione per la Svizzera italiana

Riferimenti bibliografici

  • L’italianità  in Svizzera : atti del convegno di Lugano, Biblioteca Cantonale, 17 maggio 2003, Vezia, Ed. Cenobio, 2004
  • Gli italiani in Svizzera. Un secolo di emigrazione, a cura di E. Halter, Bellinzona, Casagrande, 2004.

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